Università di Catania
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FAST

Fight Alien Species Transborder
logo FAST Project
Classificazione: 
di cooperazione internazionale
Programma: 
Italia - Malta
Call / Bando: 
2019
Settore ERC: 
Life Sciences
Ruolo Unict: 
Coordinatore
Durata del progetto in mesi: 
30
Data inizio: 
Giovedì, 12 Novembre 2020
Data fine: 
Giovedì, 11 Maggio 2023
Costo totale: 
€ 1.559.120,00
Quota Unict: 
€ 651.000,00
Coordinatore: 
Università degli Studi di Catania
Responsabile/i per Unict: 
Prof. Giorgio Sabella
Dipartimenti e strutture coinvolte: 
Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali
Altri partner: 
  • Ministry for Agriculture, Fisheries and Animal Rights - Plant Health Directorate - Veterinary and Phytosanitary Regulations Department
  • University of Malta - Institute of Earth Systems
  • Città Metropolitana di Catania
  • Libero Consorzio Comunale di Ragusa

Abstract

Il progetto si inserisce nel quadro della strategia della Unione Europea rivolta al contrasto della perdita della biodiversità e del degrado degli ecosistemi, nonché al loro possibile ripristino all’interno del territorio dell’Unione.

Le invasioni biologiche sono il secondo più importante fattore di minaccia per la biodiversità e uno degli obiettivi di questa strategia è quello di contrastare l’introduzione e la naturalizzazione delle specie aliene invasive (IAS) e dei patogeni vegetali dannosi per le specie vegetali autoctone.

L’impatto delle IAS sulla biodiversità è di difficile quantificazione, ma è prioritario affrontarne la gestione anche in base ai loro impatti economici e ambientali. Recentemente l’interazione tra organismi internazionali dedicati alla conservazione della natura ha portato allo sviluppo del GISP (Global Invasive Species Programme) che promuove attivamente la cooperazione internazionale per la gestione delle IAS. La problematica delle IAS deve essere affrontata su larga scala e con metodologie comuni e le zone transfrontaliere assumono particolare rilevanza per la maggiore facilità d’interscambio (aree ponte) e richiedono azioni urgenti.

Il progetto FAST, in piena coerenza con la strategia europea, si propone di contrastare l’introduzione, la naturalizzazione e la diffusione delle specie aliene invasive che arrecano danno alla biodiversità della Sicilia e dell’arcipelago maltese tramite: 1) il loro riconoscimento e la loro classificazione in scale di priorità; 2) il loro contenimento e/o eradicazione; 3) l’individuazione e la gestione dei pathways e dei veicoli di introduzione e diffusione; 4) l’elaborazione di linee guida e adozione di best practices, basandosi anche su 5) l’educazione e la comunicazione ambientale.

Le azioni attive di contenimento/eradicazione e di rinaturazione saranno svolte all’interno di alcune aree protette (siti Natura 2000 e/o Riserve naturali siciliane): 1) Riserva Naturale Orientata “Oasi del Simeto” e 2) Riserva Naturale Orientata “Fiume Fiumefreddo” (Ente Gestore: Città Metropolitana di Catania); 3) Riserva Naturale Speciale Biologica “Macchia Foresta del Fiume Irminio” e 4) Riserva Naturale Orientata “Pineta di Vittoria” (Ente Gestore: Libero Consorzio Comunale di Ragusa); 5) L-Inħawi tal-Buskett u tal-Girgenti; 6) L-Inħawi tax-Xlendi u tà Wied Kantra e 7) Il-Magħluq ta' Marsaskala (Responsabile: Environment & Resources Authority - ERA).

La struttura del partenariato (Università di Catania, Ministry for Agriculture, Fisheries, Food and Animal Rights, University of Malta, Città Metropolitana di Catania, Libero Consorzio Comunale di Ragusa, con la partecipazione dell’Environment & Resources Authority (ERA) di Malta), consente di presidiare la qualità e l’efficacia delle soluzioni individuate sia sul piano delle metodologie che degli interventi di coinvolgimento e diffusione delle informazioni agli stakeholder e alla popolazione residente.

Un importante aspetto innovativo del progetto riguarda lo sviluppo di metodologie innovative e condivise, esportabili nel bacino del Mediterraneo, affiancate da azioni di citizen science.

Potranno usufruire degli outputs del progetto: Autorità ambientali maltesi e italiane, addetti ai controlli doganali delle frontiere, enti gestori delle aree protette, enti di ricerca e tutte le categorie produttive che possono risentire negativamente dell’introduzione di specie aliene (es. agricoltori), studenti e docenti della scuola secondaria di secondo grado e dell’Università, associazioni ambientaliste, più in generale alla cittadinanza.