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Legal History and Mass Migration

Integration, Exclusion, and Criminalization of Migrants in the 19th and 20th Century
Classificazione: 
nazionali
Programma: 
PRIN 2017
Call / Bando: 
PRIN - Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale – Bando 2017
Settore ERC: 
Social Sciences and Humanities
Ruolo Unict: 
Partner
Durata del progetto in mesi: 
36
Data inizio: 
Domenica, 1 Marzo 2020
Data fine: 
Martedì, 28 Febbraio 2023
Costo totale: 
€ 303.779,00
Quota Unict: 
€ 64.100,00
Coordinatore: 
Università degli Studi di Ferrara
Responsabile/i per Unict: 
Giuseppe Speciale
Dipartimenti e strutture coinvolte: 
Dipartimento di Giurisprudenza
Altri partner: 
  • Università del Salento
  • Università "Federico II" di Napoli

Abstract

Il progetto di ricerca riguarda la storia comparata del diritto di emigrazione / immigrazione, la regolamentazione legale degli stranieri, la risposta degli ordinamenti alla mobilità individuale e di massa a livello nazionale e internazionale e il rapporto tra leggi di regolamentazione della emigrazione/immigrazione e la criminalizzazione dei migranti tra il 1850 e la seconda guerra mondiale. Le migrazioni di massa oltreoceano tra il XIX e il XX secolo, la circolazione delle persone all'interno dell'area mediterranea, da e per l'Impero Ottomano e l'Estremo Oriente erano causati principalmente da ragioni economiche e demografiche, ma sono stati condizionate e determinate anche da regole e teorie giuridiche.

L’approccio metodologico che si intende adottare unisce dimensione globale e locale allo scopo di identificare alcuni principi legali generali che governano le politiche migratorie e di studiare come sono state implementate. Di fronte alla migrazione di massa, da un lato, la cultura giuridica occidentale è stata costretta a confrontarsi con i migranti (vale a dire con i loro diritti e rivendicazioni) non solo come somma di individui il cui status potrebbe essere regolato secondo i consueti schemi giuridici individualistici (ad es. diritto individuale alla mobilità; diritto del lavoro basato sul contratto individuale), ma come un fenomeno che richiede nuovi concetti e meccanismi legali appropriati per governare e regolare gruppi e soggetti collettivi. Ciò è particolarmente importante nei settori del diritto del lavoro (soprattutto con riferimento alla nascente disciplina del diritto internazionale del lavoro), del diritto penale, in cui venivano applicate categorie criminologiche basate sull'identità razziale o culturale per legittimare l'esclusione degli stranieri pericolosi e del diritto internazionale. D'altra parte, i migranti europei che si spostano verso le colonie e l'Oriente hanno portato a un sostanziale ripensamento delle dottrine del diritto internazionale tradizionale sulla sovranità statale. Mentre l'immigrazione nei paesi occidentali ha portato all'adozione di strategie legali protettive e meccanismi di esclusione per bloccare gli “altri” pericolosi, viceversa l'emigrazione degli europei verso le regioni colonizzate e i paesi orientali ha spinto all'elaborazione di garanzie e privilegi eccezionali per i migranti "civilizzati".

Il progetto mira a contribuire alla comprensione storica della legge sull'immigrazione e delle relative politiche combinando diversi livelli di analisi e metodi:

  1. lo studio del diritto internazionale sull'immigrazione sarà confrontato con le regole locali;
  2. le tensioni intrinseche tra ideali universalistici, riconoscimento dei diritti umani e garanzie costituzionali da un lato, e le barriere discriminatorie e le regole di esclusione, dall'altro, saranno esaminate per quanto riguarda alcuni ordinamenti giuridici occidentali e orientali radicalmente diversi;
  3. le teorie e dottrine legali della sovranità statale, libertà di migrare e controllo delle frontiere saranno confrontati con analisi, pratiche e decisioni dei tribunali;
  4. i criteri criminologici e scientifici elaborati per comprendere la personalità dei delinquenti, riconoscere la loro pericolosità e individualizzare la loro punizione, applicati ambiguamente per legittimare le esclusioni o le espulsioni degli stranieri e le reazioni e le critiche fondate sui diritti costituzionali che non potevano essere violati o negati ai migranti;
  5. l'impatto delle teorie macroeconomiche sui flussi migratori sarà esaminato in relazione alle modifiche del diritto del lavoro, alla richiesta dei sindacati di leggi restrittive e al ruolo delle rimesse dei migranti nei paesi di origine.

Gli investigatori saranno impegnati in:

  1. ricerche archivistiche e dettagliati esami delle decisioni dei tribunali speciali e degli organi amministrativi (ad esempio, tribunali consolari; commissioni arbitrali e Commissione Arbitrale Centrale per l'Emigrazione);
  2. studio di fonti pubblicate e di un'ampia gamma di materiale giuridico (ad es. dibattiti Parlamentari; congressi internazionali; riviste e libri giuridici; trattati diplomatici);
  3. revisione teorica delle metodologie storiografiche applicate al diritto migratorio (global storia, storia comparata, storia culturale). Il risultato atteso del progetto consiste principalmente nel fornire un contributo alla discussione in corso sul diritto migratorio, analizzando criticamente le radici storiche di discorsi e pratiche sul controllo delle frontiere svelando, allora come oggi, tensioni inerenti alle contraddizioni tra sovranità statale e libertà individuale.