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Congo e Albania, nuove frontiere internazionali per l’Università di Catania

Sottoscritto un accordo quadro di cooperazione con l’Università cattolica del Graben, l’ateneo partecipa anche al salone dello studente di Tirana
23 Marzo 2023

L’Ateneo catanese espande sempre più il suo raggio di azione sul fronte delle politiche di cooperazione internazionale, legate all’accoglienza di studenti provenienti da paesi extra-Ue e a progetti di ricerca congiunta e di formazione che prevedano lo scambio reciproco di docenti, borsisti, studenti, laureati e dottorandi.

Un accordo quadro è stato firmato nei giorni scorsi con l’Università Cattolica del Graben, che ha sede a Butembo, una città nel nord est dello stato africano distante circa duemila chilometri dalla capitale Kinshasa, e coinvolge in prima battuta i dipartimenti etnei di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente, Scienze politiche e sociali e Scienze umanistiche.

A siglare il protocollo di durata quinquennale, il rettore Francesco Priolo, e il gran cancelliere dell’Università africana, fondata alla fine degli anni ‘80 dalla diocesi di Butembo Beni, il vescovo mons. Melchisedec Sikuli Paluku, accompagnato da mons. Salvatore Rumeo, appena insediato a capo della diocesi di Noto, gemellata sin dal 1988 con quella congolese. All’incontro erano presenti, tra gli altri, anche alcuni direttori dei dipartimenti interessati, Mario D’Amico (Di3A) e Marina Paino (Disum) e il direttore generale Giovanni La Via.

L’Università del Graben è una delle poche realtà di alta formazione presenti nel Nord-Kivu, la provincia di Butembo a ridosso dell’equatore, che fino allo scoppio della guerra civile, con il sanguinoso scontro fra le etnie Hutu e Tutsi e i continui contrasti con le milizie del vicino Ruanda, costituiva un importante centro commerciale della Repubblica democratica del Congo (ex Zaire), con numerosi ospedali, un proprio aeroporto e una rilevante attività agricola e zootecnica. L’ateneo cattolico offre corsi di Scienze agrarie, Giurisprudenza, Economia e Management, Medicina e Sanità pubblica, Scienze sociali, politiche e amministrative, Farmacologia, Veterinaria, Scienze e Tecnologie informatiche, con un’animata vita studentesca. «L’Università del Graben – ha raccontato mons. Sikuli Paluku - fu avviata dal mio predecessore, monsignor Emmanuel Kataliko. È lui che ci diceva: se vuoi essere aiutato, comincia a lavorare senza aspettare sempre con le mani tese, perché chi ti vede agire sarà più disponibile ad aiutarti. Dalle nostre parti lo Stato è lontano, e la sua presenza si sente poco. Ma la Chiesa ha sempre cercato di spingere la gente a muoversi per il proprio bene e quello che si può vedere oggi è frutto di tutto questo. Ho sempre sensibilizzato la gente a prendere coscienza delle nostre potenzialità. Possiamo anche noi dare un contributo pur continuando a contare sull’aiuto degli altri».

«L’accordo sottoscritto oggi – ha affermato il rettore Priolo -, ci permette di rilanciare delle vecchie collaborazioni siglate negli anni scorsi, alcune su impulso del prof. Filadelfio Basile, e noi intendiamo adesso supportare con convinzione e risorse premiali tutte le iniziative di mobilità da e verso questa realtà, anche per dare un segnale rispetto alle incertezze sanitarie, ambientali e di instabilità politica che attanagliano questa regione del Paese africano». Potranno essere quindi messi in cantiere progetti specifici in materia di agricoltura e zootecnia, a supporto dei produttori e allevatori locali, ma anche di mediazione linguistica e culturale e nel settore politico-sociale.

Ma l’ateneo catanese guarda anche all’area balcanica, e all’Albania in particolare, per offrire opportunità formative agli studenti di quel Paese e aumentare il proprio ‘appeal’ internazionale. Unict sarà quindi presente con un proprio stand istituzionale all’ottava edizione del salone dello studente “Studiare in Italia” a Tirana, che si terrà venerdì 24 e sabato 25 marzo, per fornire informazioni sui corsi di studio che compongono l’offerta formativa dell’Ateneo e sui numerosi servizi che vengono offerti a studentesse e studenti, in particolare a quelli fuori sede. Il salone “Studiare in Italia”, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Tirana, mira a promuovere e sostenere il nostro sistema accademico in Albania, dove la lingua italiana continua a essere molto diffusa e le nostre università risultano ancora preferite per vicinanza geografica, legami storici, economici, linguistici, culturali.