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Quell’antipatico di Cicerone

Sabato pomeriggio alla Scuola Superiore di Catania un ‘colloquium’ per sfatare la cattiva fama dell’oratore, scrittore e uomo politico di Arpinum
17 Aprile 2024

Celeberrimo oratore, uomo politico particolarmente attivo nelle tormentate vicende del periodo tardo repubblicano, Marco Tullio Cicerone ha anche lasciato un'impronta significativa come scrittore e poeta elegante e raffinato, ispirato da modelli come Esiodo e Omero, con versi che trattano di amore, natura, filosofia e politica, spesso divenendo essi stessi uno strumento per promuovere le sue idee, rafforzare la sua immagine pubblica e per celebrare la grandezza di Roma e dei suoi leader.

Cicerone è tuttavia considerato uno dei più grandi oratori e maestri della retorica dell'antica Roma, e le sue opere (De oratore, Brutus, Topica, Rhetorica ad Herennium e molti altri discorsi pubblici e arringhe) sono fondamentali per la comprensione della teoria e della pratica della persuasione verbale e della comunicazione efficace, avendo avuto un impatto duraturo sulla teoria e sulla pratica della retorica occidentale.

Uomo dalle grandi capacità persuasive e abilissimo nel manipolare le emozioni e le opinioni del suo pubblico, Cicerone fu dotato di una personalità ricca di contraddizioni e sfumature, caratterizzata da ambizione, votata ad aumentare la sua influenza e la sua reputazione nella società romana, e al tempo stesso da idealismo, in nome un'etica pubblica basata sui principi della rettitudine e dell'onestà e improntata ai valori tradizionali della società romana.

Dotato di un’intelligenza vivace e acuta, che gli consentiva di comprendere rapidamente le complessità delle questioni politiche, giuridiche e filosofiche affrontate nella sua vita e nei suoi scritti, di grande versatilità e sensibilità, l'Arpinate autore delle famose Catilinarie non viene tuttavia ricordato per la sua simpatia, certamente da molte delle generazioni di studenti che, vocabolario alla mano, si sono cimentati nelle traduzioni dei suoi scritti.

Breve storia di una lunga antipatia” è quindi il titolo del colloquium che la professoressa Alice Borgna, latinista dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, terrà sabato 20 aprile alle 18 nell’aula magna di Villa San Saverio, in occasione del Corso preparatorio al Certamen Ciceronianum promosso dagli allievi della Scuola Superiore di Catania e destinato a liceali siciliani e calabresi, che prevede, dal 18 al 21 aprile, un ‘allenamento’ intensivo sullo studio delle opere retoriche, politiche, filosofiche e delle epistole ciceroniane.

Introdotta dal presidente della Ssc Daniele Malfitana e dal prof. Orazio Portuese, del dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, la prof.ssa Borgna proverà ad offrire delle risposte al quesito “Perché associamo immediatamente Cicerone all’idea di noia, verbosità e vanteria?”. «La colpa è tutta sua – si chiede la docente - e del suo periodare complesso in cui invano da generazioni gli studenti si affaticano alla ricerca di un punto fermo, oppure nella storia c’è stato qualcuno che –dietro le quinte – ha tramato affinché i posteri avessero di Marco Tullio Cicerone un’idea negativa?».

A partire dai suoi epistolari – anticipa la prof.ssa Brogna, autrice di Tutte storie di maschi bianchi morti... un saggio che ha portato in Italia tra il grande pubblico il tema del rapporto tra antichistica e Cancel Culture - «affronteremo un percorso che dall’antichità porterà a Petrarca …e forse fino al gruppo Facebook ”Apostrofare Catilina in Senato facendogli sapere che…”, alla ricerca del colpevole di questa cattiva fama, un’indagine che mostrerà come anche a proposito dell’antichità sia necessaria una costante opera di “debunking” delle fake news».