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Fronte comune contro la dispersione scolastica e il disagio giovanile

Accordo tra Università e Arcidiocesi: gli studenti dell’ateneo potranno effettuare tirocini a fianco degli operatori impegnati sul territorio
7 Giugno 2023

Gli studenti di tutti i corsi di studio dell’Università di Catania potranno svolgere degli specifici percorsi di tirocinio interdipartimentale impegnandosi in attività di riduzione della dispersione scolastica, presso parrocchie, comunità e altre istituzioni privati e pubbliche in prima fila sul tema del disagio giovanile, lavorando fianco a fianco con assistenti sociali, psicologi, educatori, medici, insegnanti e altri professionisti. 

E’ quanto prevede l’accordo di collaborazione sottoscritto tra l’Ateneo e l’Ufficio per la Dispersione scolastica dell’Arcidiocesi di Catania, presentato martedì pomeriggio nell’aula magna del Palazzo centrale alla presenza del rettore Francesco Priolo, dell’arcivescovo Luigi Renna, del prefetto Maria Carmela Librizzi e del presidente del Tribunale per i Minorenni Roberto Di Bella. I vari aspetti dell’accordo sono stati inoltre illustrati dalla dottoressa Agata Pappalardo, direttore dell’Ufficio diocesano, e dai professori Alberto Fichera, delegato alla Didattica Unict, e Maria Teresa Consoli, referente del tavolo “Analisi della povertà educativa e della dispersione scolastica”.

Le attività su cui potranno essere coinvolti gli studenti riguardano in particolare le azioni di supporto ai processi educativi – ha spiegato la dott.ssa Pappalardo -, il supporto scolastico anche a fronte di Bisogni Educativi Speciali, la valorizzazione di risorse presenti sul territorio e delle potenziali strategie di inclusione, attività a sostegno della cittadinanza digitale e l’uso consapevole dei dispositivi elettronici, l’analisi e il monitoraggio del fenomeno della dispersione sui territori, che a Catania raggiunge un elevatissimo tasso, superiore al 25%, tra i più alti d’Italia.

«E’ una nuova tipologia di tirocini più estesa di quella dipartimentale – ha rilevato il rettore Priolo -, su cui puntiamo per ribadire l’impegno dell’Ateneo su questo fronte, già avviato con la partecipazione all’Osservatorio metropolitano coordinato dalla Prefettura. Per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica tutti devono fare la propria parte, noi vogliamo offrire anche ai giovani studenti in formazione l’opportunità di fornire il proprio contributo civico e di arricchire la propria esperienza professionale ed umana». «E’ un progetto che accogliamo con speranza e gratitudine – ha aggiunto l’arcivescovo Renna -: come sosteneva don Milani, l’aspetto educativo è fondamentale nella società come nella vita ecclesiale, per questo è importante che l’Università, con le sue professionalità e competenze, dimostri ancora una volta la propria attenzione e si impegni a sostegno di gruppi, parrocchie, comunità religiose e volontari e nei presidi da questi rappresentati nelle periferie della città».

«Da quando, nel 2021, abbiamo attivato l’Osservatorio e i tre tavoli tematici sul contrasto alla povertà educativa, sulla rigenerazione urbana e la prevenzione della devianza – ha sottolineato il prefetto Librizzi – numerose iniziative hanno preso vita coinvolgendo pian piano tutte le componenti della società civile. Il problema comune riguarda migliaia di ragazzi che vivono per strada e devono essere intercettati e recuperati, anche proponendo loro attività sportive, teatrali e di spettacolo». «Questi tirocini – ha osservato il presidente Di Bella – permetteranno di portare l’università nelle case, nelle scuole e nelle famiglie, è un accordo che amplifica e ottimizza l’efficacia delle azioni già intraprese che hanno permesso di raggiungere risultati importantissimi, quali l’aumento delle segnalazioni di casi di mancato rispetto dell'obbligo scolastico e i relativi provvedimenti a tutela di molti minorenni in situazioni di disagio personale e familiare. Adesso ci aspettiamo di avere molto presto l’amministrazione comunale al nostro fianco».

Per il professor Alberto Fichera, il protocollo tra Unict e Arcidiocesi presenta diverse potenzialità, offrendo ai tirocinanti la possibilità di arricchire in senso trasversale le competenze e anche di sperimentare sul campo solidarietà e inclusività. La dottoressa Pappalardo ha quindi citato il valore aggiunto che scaturisce dalla collaborazione con l’Università di Catania, che permetterà anche di ricavare una mappa interattiva del disagio e delle risorse presenti nei vari quartieri del territorio cittadino, per elaborare una risposta più efficace ai bisogni reali dei ragazzi e delle loro famiglie. «Torniamo a dare un valore all’istruzione e a combattere la disaffezione rispetto ai percorsi formativi guardando al fenomeno della dispersione a tutto tondo – ha concluso la prof.ssa Consoli -. La condizione di tanti giovani cosiddetti Neet, coloro cioè che non lavorano e non studiano, non dev’essere più vista come uno status, ma come il frutto di un malfunzionamento del territorio a cui porre finalmente rimedio, incidendo sulle situazioni di rischio».